La Mole Antonelliana è il monumento simbolo della città di Torino. Situata nel centro storico della città, a ridosso del quartiere Vanchiglia, prende il nome dall'architetto che la costruì, Alessandro Antonelli. Raggiunge un'altezza di 167 metri, perciò è attualmente l'edificio più elevato di Torino ed è stata per lungo tempo la struttura in muratura più alta d'Europa.
Nel secolo scorso però importanti ristrutturazioni hanno rinforzato il tamburo con molti pilastri di cemento armato, mentre la guglia, in seguito al crollo del 23 maggio 1953, è stata rinforzata con travi di acciaio, per cui la Mole Antonelliana non può più considerarsi una struttura esclusivamente in muratura: al suo interno ha sede il Museo Nazionale del Cinema.
La costruzione della Mole iniziò nel 1863, nel luogo dove sorgeva uno dei bastioni costituenti le mura della città poi demolite per ordine di Napoleone Bonaparte ad inizio Ottocento.
Originariamente doveva essere una sinagoga: infatti era appena stata concessa da Carlo Alberto la libertà ufficiale di culto alle religioni non cattoliche e la comunità ebraica voleva costruire un tempio con annessa una scuola.
La scelta di Antonelli come architetto si rivelò infelice per la comunità ebraica, perché propose una serie di modifiche che avrebbero innalzato la costruzione a 113 metri, ben oltre i 47 metri originari per la cupola. Tali modifiche, l'allungamento dei tempi di costruzione ed i maggiori costi, risultarono sgraditi alla comunità ebraica che nel 1869, per mancanza di fondi, fece terminare i lavori con un tetto provvisorio: nel 1873 ci fu uno scambio con la città di Torino, che diede loro un altro terreno per costruire l'attuale sinagoga e si prese in carico la Mole da terminare, che sarebbe stata dedicata al re Vittorio Emanuele II.
Antonelli riprese la costruzione, con una serie di modifiche in corso d'opera che portarono l'altezza complessiva a 146, 163,35 e infine 167,5 metri (con l'aggiunta in cima della statua del "genio alato" alta 4 m), facendola diventare l'edificio in muratura più alto d'Europa e del mondo.
Perse questo primato il 23 maggio 1953, quando la guglia originaria crollò ed il titolo passò quindi ad un'altra opera antonelliana, la cupola della Basilica di San Gaudenzio a Novara.
Antonelli lavorò alla Mole fino alla morte: era diventata leggendaria quella sorta di rudimentale ascensore azionato da una carrucola che portava il quasi novantenne architetto a diverse decine di metri d'altezza per verificare personalmente lo stato dei lavori.
La Mole fu, tra l'altro, una delle prime costruzioni a venire illuminata mediante piccole fiammelle di gas cittadino sul finire del XIX secolo.
Nel 1961, ultimata la ricostruzione della guglia, il progetto di illuminazione fu realizzato dall'ing. Guido Chiarelli, nell'ambito delle celebrazioni per il centenario dell'Unità d'Italia.
Una volta trasferito il Museo del Risorgimento a Palazzo Carignano, tra gli anni 1960 e gli anni 1990 la Mole è stata usata prevalentemente come "balcone sulla città" grazie all'ascensore, oltre che per mostre estemporanee. L'interesse della città sembrò diminuire in assenza di una collocazione definitiva per la struttura.
Dopo quattro anni 1996-2000 di chiusura per ristrutturazione, necessari a rinnovare l'ascensore e ad eliminare parte degli archi di supporto in cemento, la Mole è diventata sede permanente del Museo nazionale del Cinema, che ospita macchine ottiche pre-cinematografiche lanterne magiche, pezzi provenienti dai set cinematografici dei primi film italiani ed altri, in un allestimento suggestivo.
Dal 1998, in occasione della ridefinizione dell'illuminazione esterna e della nascita della manifestazione "Luci d'Artista", sul fianco della cupola si può vedere un'installazione di Mario Merz, Il volo dei numeri, con l'inizio della successione di Fibonacci che s'innalza verso il cielo.
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